Il grande potere dell’invisibilità
Sì è svolto il giorno 19 dicembre presso la sede di Firenze di Unicollege “Invisible Translators”, l’evento dedicato all’opera “Le città invisibili” di Italo Calvino nel quale i docenti linguisti e i traduttori dell’università hanno potuto discutere del romanzo e affrontare approfonditamente insieme agli studenti il tema della traduzione.
L’evento ha celebrato non solo l’opera, ma anche il personaggio di Italo Calvino nel centenario della sua nascita e analizzato la raccolta di racconti “Le città invisibili”, pubblicata per la prima volta nel 1972. In quest’opera Calvino immagina un dialogo tra Kublai Khan, imperatore dei Tartari, e Marco Polo, viaggiatore e mercante veneziano, in cui quest’ultimo narra all’imperatore le meraviglie delle migliaia di città che compongono il suo sconfinato impero ormai in decadenza.
Il fil rouge che unisce Unicollege ed Italo Calvino, al quale è anche dedicato l’anno accademico della SSML, è appunto la traduzione. Infatti, l’autore sanremese era un appassionato di traduzione e spesso si cimentò egli stesso nella traduzione di opere straniere, “Invisible Translators” però si concentra sul Calvino tradotto, nello specifico sulla traduzione di William Weaver.
L’evento si è sviluppato in 4 parti, dopo l‘introduzione a cura del direttore della sede Unicollege di Firenze Elio Satti che ha sottolineato l’importanza della traduzione e la sua natura scientifica, sono intervenute prima la professoressa Bedini, docente di letteratura italiana contemporanea, che ha offerto un focus sulla biografia di Calvino, le sue opere e il suo peculiare modo di descrivere i luoghi, poi la professoressa Ferrini, docente e autrice di un opera di analisi critica su “le città invisibili”, la quale ha proposto un approfondimento sulla trama, struttura e temi dell’opera sull’opera argomento dell’evento. Dopo questa parentesi sull’opera e il suo autore l’evento ha puntato i riflettori sul Calvino tradotto con due interventi della professoressa Richardson e del professor Stanton, i quali hanno analizzato la traduzione de “Le città invisibili” a cura dell’americano William Weaver. I due docenti hanno offerto diversi spunti portando avanti una vera e propria critica della traduzione e mostrando agli studenti nuove ed interessanti strategie traduttive.
“Tradurre è responsabilità, possiamo essere traduttori se le conoscenze mettono in moto lo spirito critico” così il direttore Satti ha chiuso l’evento ricordando a tutti gli studenti la responsabilità che comporta l’arte del tradurre.