Il futuro delle lingue discusso in Italia: l’Università Unicollege riporta i risultati
Si è concluso l’evento Unicollege Global Annual Conference organizzato
dall’Università Unicollege di Torino, tenutosi l’1 dicembre (in modalità blended) e
dedicato alla transizione digitale nel mondo della mediazione linguistica
(lingue, traduzione e interpretariato) alla presenza di oltre 20 speaker, da 7
paesi e 9 partner accademici del mondo.
“Un successo” lo definisce il Direttore degli Studi, Giosuè Prezioso, che da
organizzatore e moderatore dell’evento ha raccolto oltre 150 partecipazioni da
tutta Italia e dall’estero. “Durante il convegno,” spiega Prezioso “abbiamo
appreso che in paesi rappresentati come l’Australia, la traduzione parte sì
spesso da motori digitali, ma il governo, riconoscendo nell’umano una risorsa
insostituibile, ha previsto la vidimazione ultima e firmata dello stesso (umano) –
senza lo stesso, la traduzione non è ufficiale; in Spagna (altro paese
rappresentato), dove la cultura delle lingue è motivo di indipendenze regionali,
rivendicazioni post-coloniali e gerarchie idiomatiche territoriali, lo studio delle
lingue è in crescita, così come in crescita sono i programmi, i curricula e le
università che incrementano il numero di programmi internazionali in cui le
lingue sono alla base.” Nonostante l’immediatezza e i benefici delle risorse
digitali, dunque, i 20 accademici internazionali hanno convenuto sull’unicità e la
celebrazione dell’integrazione e complementarità umana; “seppure i sistemi di
traduzione e interpretariato siano migliorati molto nel tempo” aggiunge Prezioso
“questi mezzi mancano di comprensione laterale di elementi quali il sarcasmo,
l’humor, la regionalità linguistica e le numerose sfumature che una lingua e un
testo implicitano per natura.” “Non mancano,” conclude il Direttore, “aspetti
relegati alla privacy e alla sicurezza dei dati: se è vero che gli utenti possono
usufruire di servizi gratuiti e istantanei di traduzione, le opache politiche di
trattamento dei dati usufruiscono di un beneficio a volte maggiore rispetto a
quello dell’utente e della sommaria traduzione ricevuta. E inoltre, questi sistemi
(per lo più basati su apprendimenti statistici) perpetrano spesso le
discriminazioni che si tengono a mente nella pratica deontologica umana: la
traduzione del termine femminile francese “la Présidente,” per esempio, viene
tradotta come “il Presidente” in italiano, così come i pronomi inclusivi utilizzati
per soggetti in transizione o non binari in altre lingue che, spesso, i sistemi
digitali riportano sommariamente in generi non di riconoscimento per i gli stessi
soggetti tradotti.”
Attraverso questa conferenza, l’Università Unicollege – e con lei il sistema di
studio delle lingue del nostro paese – ha lanciato un momento di incontro
necessario fra esperti e professionisti del settore a livello internazionale,
resuscitando l’antica tradizione che ha il paese in questa industria: l’Italia è
infatti terza in Europa per numero di lingue studiate nelle scuole dell’obbligo,
percentuale che porta al primo posto il paese, se si considera solo il liceo
linguistico, realtà unica non solo nel continente ma a livello internazionale e che
sottolinea quanto il paese, come nel caso del Convegno, abbia una voce in
prima fila e di riverbero su scala globale nell’industria.